Il ciclo dell’azoto e la maturazione del filtro
Premessa:
Un filtro biologico, per poter svolgere al meglio le sue funzioni, deve essere “rodato” e completare una maturazione adeguata, che in genere avviene in 3-4 settimane, anche se avete utilizzato degli attivatori batterici (che promettono l’introduzione dei pesci dopo sole 24 ore).
L’introduzione di pesci in tempi troppo brevi non porta sempre a morte certa, ma sicuramente può arrecare danni e mettere in seria difficoltà un acquariofilo alle prime armi. Anche una gestione errata della vasca può portare a inconvenienti correlati all’innalzamento dei nitriti, ad esempio dosi elevate di mangime, oppure un malfunzionamento del filtro.
Sappiate che la pazienza è una qualità molto utile in questo hobby, e fare gravi errori all’inizio, può togliervi la gioia di creare un ambiente di vostro gradimento, ideale per la crescita e la riproduzione dei pesci e che nel tempo vi darà molte soddisfazioni.
Il valore dei nitriti in acquari popolati deve necessariamente essere
ZERO o comunque deve rientrare nella scala minima del vostro test (quelli a reagente liquido sono i più precisi e affidabili).
Valori inferiori a 0,5 mg/litro non sono ancora preoccupanti ma da 1 mg/litro in su sono tossici. La tossicità e le relative conseguenze sono variabili, a seconda dello stato di salute del pesce, dell’età ecc …) in alcuni casi avviene il decesso. Alcuni pesci li tollerano meglio, ma la maggioranza e gli invertebrati possono reagire negativamente anche a basse concentrazioni.
Nella malaugurata ipotesi in cui, perché mal consigliati oppure troppo frettolosi, vi troviate già nei guai con i nitriti, vi do qualche semplice consiglio per limitare i danni e correre ai ripari velocemente con mezzi casalinghi:
- la cosa migliore sarebbe traslocare tutti i pesci in un'altra vasca già matura, anche quella del negoziante, se accetta di tenerli “in pensione” finchè il valore dei nitriti non scende a zero. In casi di emergenza è possibile utilizzare anche una bacinella abbastanza capiente (adeguata alla taglia e al numero dei pesci) purchè sia nuova e quindi non contaminata da detersivi, e prodotti chimici in genere. Per la temperatura, se è estate non ci sono grossi problemi, altrimenti conviene munirsi di un riscaldatore e possibilmente un aeratore.
- se per svariati motivi non siete in grado di traslocarli, e se i pesci manifestano malessere (se ad esempio salgono tutti in superficie e boccheggiano), le prime cose da fare sono:
1) sospendere per qualche giorno la somministrazione di cibo (tranquilli, non moriranno di fame)
2) fare cambi quotidiani di almeno il 15% dell’acqua, prestando attenzione alla temperatura, che non deve essere più fredda di quella in vasca, (abbiamo già problemi con i nitriti, non è il caso di rischiare casi di ittio per sbalzi di temperatura)
3) attivare un aeratore fino a quando l’emergenza non rientra (nitriti a zero)
4) introdurre molte piante, soprattutto le specie a crescita veloce, che contribuiscono a migliorare la qualità dell’acqua e saranno utili anche in futuro per tenere sotto controllo i nitrati (alcune specie a crescita rapida e di poche esigenze: ceratophillum demersum, sagittaria, vallisneria, lemna minor)
5) se state utilizzando attivatori batterici continuate il ciclo, altrimenti iniziate subito seguendo le istruzioni per l’avvio di un nuovo acquario.
nozioni di chimica
Cerchiamo insieme di capire in cosa consiste il ciclo dell’azoto e chiarirne il concetto.
Anzitutto l’azoto è un componente delle proteine e costituisce una sostanza di vitale importanza, viene assunto dalle piante soprattutto sottoforma di ammonio e nitrati.
In acquario, i prodotti di scarto, gli escrementi, le foglie in decomposizione e i detriti vari, determinano l’aumento dei composti azotati e, a seconda della concentrazione, possono avere un effetto tossico sugli esseri viventi.
In acquario troviamo l’azoto sottoforma di ione ammonio, ione nitrito e ione nitrato. I batteri nitrosomonas trasformano l’ammonio in nitriti, i nitrobacter, in presenza di ossigeno molecolare, trasformano i nitriti in nitrati, (sostanze innocue fino a concentrazioni di circa 50 mg/litro).
In sintesi la trasformazione avviene come segue:
sostanze organiche ---> ammonio/ammoniaca ---> nitriti ---> nitrati
Il primo passo nella trasformazione delle sostanze proteiche (materiale organico contenente azoto) porta all’ammoniaca, tossica, oppure all’ammonio, meno pericoloso. Il valore del PH stabilisce quale delle due sostanze verrà prodotta: con un PH neutro (7) o acido (inferiore a 7), si assisterà alla formazione di ammonio, mentre con un PH basico/alcalino (superiore a 7) aumenterà gradualmente la trasformazione in ammoniaca.
Il secondo passaggio è quello della trasformazione in nitriti da parte di batteri che ossidano con l’aiuto di ossigeno, ammoniaca o ammonio (i batteri nitrosomonas di cui abbiamo parlato in precedenza). In questa fase si può assistere al temuto “picco dei nitriti”, che non è facilmente quantificabile, dato che può durare pochi giorni come settimane.
L’ultima fase dell’ossidazione è quella che trasforma i nitriti in nitrati, grazie ai batteri nitrobacter.
Acune teorie sostengono che un acquario non matura se non vengono introdotti dei pesci dopo pochi giorni dall’allestimento, in realtà in vasche piantumate non ce n’è alcun bisogno, dato che le piante stesse producono materiale di scarto e, in ogni caso, è sufficiente introdurre direttamente nel filtro qualche scaglia di mangime oppure poche gocce di latte per dare il via al meccanismo.
cenni per una corretta manutenzione
Quando si allestisce una nuova vasca i batteri nitrificanti non sono ancora presenti, bisogna quindi attendere che si formino e si stabiliscano nel filtro, che è il cuore dell’acquario, che aumentino di numero e inizino a colonizzare i materiali filtranti, oltre a tutte le superfici adatte, quali substrato, rocce e arredi. Infatti in un acquario ben avviato i batteri sono presenti quasi ovunque.
Il numero di batteri presenti nei nostri acquari può essere ridotto in caso di manutenzione troppo approfondita o troppo frequente, per questo motivo è importante non farsi prendere dalla mania di pulire e lucidare tutte le superfici. Sciacquate, solo quando davvero necessario (ad esempio se il flusso dell’acqua è rallentato di parecchio), i materiali adibiti al filtraggio meccanico (lana di perlon/ovatta filtrante o spugne), possibilmente utilizzando parte dell’acqua prelevata dalla vasca.
I cannolicchi e tutti i materiali che svolgono il filtraggio biologico non vanno mai puliti. Vi sarà capitato di sentire che vanno lavati oppure sostituiti completamente una volta all’anno, ebbene questa teoria non ha fondamento. Se per motivi particolari fosse necessario intervenire, è sufficiente sciacquarli leggermente, sempre con acqua prelevata dall’acquario.
Cannolicchi candidi e profumati non sarebbero di alcun aiuto in acquario, anzi sarebbero dannosi.
Vanno sciacquati bene sotto l’acqua di rubinetto, per eliminare la polvere presente, solo da nuovi, prima di essere collocati nel vano filtro, poi dimenticatevi di loro.
Se pensate di aver effettuato una manutenzione eccessiva, aggiungete dei batteri per qualche giorno e tenete sotto controllo nitrati e nitriti.