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Entropy 30-09-2009 14:19

Quote:

Mi spiego, un fondo più o meno acido può favorire la proliferazione di taluni animali rispetto ad altri. E la granulometria può intervenire? E il fondo fertile se utilizzato?
Ovviamente, come già detto da Maurizio, la risposta è sempre sì.
Come si diceva precedentemente, la scelta del fondo (tessitura, composizione chimica e spessore) influenza inevitabilmente la scelta della flora, e la creazione ed il proliferare della micro e mesofauna. E la presenza-assenza e la tipologia di flora e fauna, sono allo stesso tempo causa e conseguenza degli stessi parametri microclimatici del suolo.
Già in questa discussione abbiamo 2 esempi di 2 tipologie di suoli diversi tra loro: quello della mia vasca, eterogeneo come tessitura e composizione chimica, molto fertile ed in grado di nutrire e far sviluppare fin da subito piante radicate al fondo. E quello di Luca, composto da un’unica tessitura, con una composizione chimica di partenza monospecifica e poco fertile dal punto di vista dei nutrienti. Ovviamente le gestioni saranno differenti, come differenti saranno le evoluzioni della “vita” all’interno dei substrati. Il mio substrato è più rischioso in termini di parametri da controllare, ma le piante con le radici nel fondo avranno proprio il compito di stabilizzarne i valori e sfruttarne al massimo le potenzialità. Proprio il fatto che siano radicate in acquario ma con la maggior parte della biomassa emersa, risulta senz’altro un vantaggio per l’approvvigionamento non limitante della CO2 nell’atmosfera, fatto che permette il massimo sfruttamento dei nutrienti in vasca.
Un substrato di solo lapillo vulcanico da 1-2 mm, per 12 cm di spessore (forse eccessivi), avrà una funzione inizialmente preponderante da “filtro biologico”. Poi inevitabilmente modificherà la sua struttura, ma molto dipenderà dalla quantità e qualità della flora presente. Ad esempio, se non verranno utilizzate piante con apparati radicali nel suolo (ma solo piante galleggianti, che schermando la luce impediranno anche la crescita delle alghe), con cibo nullo o molto esiguo e vertebrati assenti, ciò significherà che l’accumulo di nutrienti in vasca sarà minimo. Conseguentemente si assisterà ad un feedback negativo sulla crescita delle piante galleggianti ed anche la creazione di una microfauna bentonica sarà limitata. Il fondo così potrebbe risultare “troppo” inerte (o maturare in tempi non “acquariofili”). Cioè assisteremo alla creazione di una rete trofica assai esigua. Certo, indubbiamente il sistema potrebbe risultare stabile; ma il rischio forse è che diventi quasi fermo. In questo caso l’equilibrio tra stabilità e biodiversità si dovrebbe giocare sul dosaggio del cibo e la scelta a monte di una fauna appropriata.
In definitiva il sistema può funzionare, ma la mia paura è che alla fine ci sia poco da “osservare”……

MonstruM 30-09-2009 14:34

Entropy, Linneo, grazie mille. La mia domanda era il preludio a quello che ha anticipato in parte Andrea, poichè sarebbe interessante strutturare il fondo anche in funzione dei microrganismi che si vorrebbe andare ad osservare e non il contrario.

Io quasi quasi un paio di vaschette piccoline le farei, tipo 4-5 lt, giusto per vedere il proliferare di fauna bentonica...vedremo...

Linneo 30-09-2009 15:35

Anche se un po' più grande di 4-5 litri, la vaschetta dell'articolo:

http://www.acquariofiliaemicroscopia...ticolarem.html

ci aveva dato grandi soddisfazioni. Era diventata, sempre per quanto concernente il visibile ad occhio nudo, il regno di idre, ostracodi, acari e tanto altro ancora.

Ma anche in vaschette molto più piccole dei 20 litri di quella dell'articolo si possono creare comunità interessanti. La mia casa è tutto un "fiorire" di queste vaschette e le sorprese che regalano non mancano mai di stupire.

Se già non conosci questa sezione dagli un'occhiata:

http://www.acquariofiliaemicroscopia...hemacro3m.html

Linneo 30-09-2009 15:46

Una di queste vaschette, ad esempio, ci ha regalato la fioritura della Bacopa per tutta l'estate:

Paolo Piccinelli 30-09-2009 16:33

Quote:

Ad esempio, se non verranno utilizzate piante con apparati radicali nel suolo (...) con cibo nullo o molto esiguo e vertebrati assenti, ciò significherà che l’accumulo di nutrienti in vasca sarà minimo. Conseguentemente si assisterà ad un feedback negativo sulla crescita delle piante galleggianti ed anche la creazione di una microfauna bentonica sarà limitata. Il fondo così potrebbe risultare “troppo” inerte (...) il rischio forse è che diventi quasi fermo. In questo caso l’equilibrio tra stabilità e biodiversità si dovrebbe giocare sul dosaggio del cibo e la scelta a monte di una fauna appropriata.
QUOTISSIMO!!! #36# #36# #36#

Torno a dire che a mio avviso qualche vertebrato ci possa stare... per esempio un 5-7 microrasbore (sul carinotetraodon mi sto ricredendo, perchè in 3 settimane ha annientato le lumache nel mio 40 litri)... alle Onde ne hanno tenute 10 in un bicchierone da 5 litri con fondo in lapillo e una anubias per 2 anni... alla fine Gianni ha regalat dalla disperazione le 7 superstiti perchè non volevano morire!!!

MonstruM 30-09-2009 16:37

Paolo Piccinelli, ma con quali accorgimenti? Nessuno come mi ricordo?

luca2772 30-09-2009 22:40

Entropy, "temo" che tu abbia ragione: l'idea che avevo inizialmente, alla luce dei tuoi ragionamenti (che approvo) la vasca sarebbe si stabile, ma "noiosa".

A questo punto devo rivedere il bilanciamento, introducendo qualche animale che fornisca metaboliti sfruttabili da detrivori e piccoli organismi demolitori. Se riesco a creare l'habitat favorevole, ci sarebbero i presupposti per la crescita degli animaletti "veri protagonisti" della vaschetta.

Mi chiedo se 3-4 otocinclus possano essere adatti, e (riducendo la superficie disponibile alla lemna) l'aggiunta di un paio di rametti di photos si riesca a deviare positivamente...

Forse anche il fondo dovrebbe essere rivisto, scendendo di granulometria e preferendo uno strato decisamente meno spesso, ma di vero limo...

Posso procurarmene in natura qua intorno (anche se l'arrivo dell'autunno forse mi mette in difficoltà per l'inizio della fase letargica del fango vivo)

Questa faccenda si sta complicando oltre il previsto (col cavolo: lo sapevo che mi stavo ficcando in un ginepraio vestito con canotta e infradito... :-D :-D :-D )

Se solo potessi montare una piccola batteria di vaschette per un esperimento fatto come si deve... #18

Paolo Piccinelli 01-10-2009 08:21

http://www.youtube.com/watch?v=ilnitMs1LRk

luca2772, qui vedi un video di pesca degli otocinclus... acqua astagnante bella verde.
Se stanno bene lì, credo proprio staranno bene anche nel cubetto senza filtro! ;-)

rurik 01-10-2009 22:25

Interessante discussione... ma mi sembra strano che nessuno fin'ora l'abbia collegata al metodo Walstad.

La mia prima esperienza con vasche del genere e stata questa:

Vaschetta da 20 litri circa, fondo di 1,5 circa di terriccio misto ad argilla ricoperto da ghiaietto grossolano.
Popolazione: lumache varie e 3 guppy.
Piante... a iosa... ogni possibile varietà veniva sperimentata (ottimo il Ceratophyllum come filtro... e la classica Lemna... ma anche le altre galleggianti)

Niente filtro e PL da 11w che progessivamente si alzava di diverse decine di cm per illuminare le piante che "uscivano" dalla vasca.

Manutenzione: (giuro...) 2 cambi d'acqua parziali in un anno e mezzo - 3o4 volte la pulizzia dei vetri
Crescita delle piante molto sostenuta, anche da pratini come Eleocharis

Pesci dai bellissimi colori (grande riproduzioni) e MAI una perdità. Per un periodo ci ho tenuto anche dei killi che si dimostravano vispissimi tanto da saltarmi letteralmente tra le mani quando davo da mangiare.

Valori NO3 fissi su 10mg/lt... fosfati mai misurati ma costante presenza di piccoli batuffoli di alge verdi filamentose sul fondo
Niente riscaldatore quindi temp da taverna 17#18 di min in inverno fino a 24#26 in estate
L'acqua è sempre rimasta limpida anche se ambrata.


PS. non volete filtri nei vostri acquari.?. coltivare una metà della superficie con Eichhornia crassipes (giacinto d'acqua), se avete buona illuminazione ed un minimo di ricircolo d'acqua non avete bisogno d'altro...(per la parte biologica..)

Entropy 02-10-2009 00:03

Quote:

Originariamente inviata da rurik
Interessante discussione... ma mi sembra strano che nessuno fin'ora l'abbia collegata al metodo Walstad.

Ciao rurik, in questa discussione non si è nominato il metodo Walstad ed il suo libro, in quanto se ne era già parlato precedentemente in altri topic. Nel senso che si dava per scontato (in realtà forse a torto) la sua conoscenza. Anche perchè alcuni di noi hanno già sperimentato queste tecniche, anche prima che lei (in maniera veramente egregia e completa) le divulgasse.

Il fatto di produrre delle vasche (di vari litraggi) con zero tecnologia ed in cui convivono stabilmente flora e fauna, in realtà è più facile di quanto si creda. Tutto sta nel capire quali sono gli abbinamenti giusti da fare ed i limiti da non superare. Molte vasche infatti, hanno enormi problemi di gestione perchè il più delle volte si esagera (o si lesina) con uno o più fattori, come troppi pesci, troppi fertilizzanti, troppa luce o poche (o sbagliate) piante. Se si riesce a comprendere le inclinazioni e l'evoluzione della vasca che si andrà ad allestire, difficilmente si avranno problemi. Ma la tentazione di mettere tanti pesci grandi e colorati o di avere piante bellissime ma delicatissime e a cui servono potenti luci e massicce fertilizzazioni, è forte.
Tempo fa raccontai la mia esperienza con la vasca da 126 litri, confessando che, volutamente, non avevo mai cambiato l'acqua per più di un anno, non riscontrando alcun inconveniente; ma ovviamente non fertilizzavo, non c'era CO2 immessa, c'erano moltissime piante robuste e pochissimi pesci.
Sul davanzale della cucina, davanti ad una finestra da cui filtra sole diretto per un paio di ore al giorno, ho un barattolo di circa 1 litro e 1/2, con un fondo di sabbia e terriccio, della Pogostemon helferi, qualche Physa e tanta microfauna. Sta lì da un paio d'anni, senza alcun intervento da parte mia (a parte rabboccare l'acqua evaporata). L'acqua è limpida, il vetro pulitissimo e le piante crescono.
Tutto sta nel sapere cosa si vuole. Ed accettare le conseguenze che una scelta comporta.


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