luciano.p
09-08-2007, 17:04
salve.. sto preparando delle piccole grotte "costruite" con sassi e scagliette in pietra ollare.. ma mi è venuto il dubbio se la pietra ollare fosse un materiale calcareo.. ho chiesto a dei conoscenti ma mi han risposto che nn è.. in internet ho trovato queste informazioni.. ma nn ne capisco molto..
qualcuno sa darmi ulteriori informazioni??
la pietra ollare è il serpentino della valmalenco (SO)
ho trovato questo linK:
http://209.85.135.104/search?q=cache:v7EJOe5r5LQJ:tetide.geo.uniroma1.it/dst/grafica_nuova/bacheca/Minerali_fibrosi/Presentazioni%2520Convegno%2520Roma/Pdf%2520Sessione%2520poster/Cavallo.pdf+composizione+pietra+ollare&hl=it&ct=clnk&cd=3&gl=it
di cui riporto parte del testo
"Nel vasto mercato delle pietre ornamentali, dominato da “marmi”, “pietre” e “graniti” (intesi in senso commerciale), esiste un materiale di nicchia, sia per le caratteristiche tecniche, siaper le lavorazioni: la Pietra Ollare. Questo termine si riferisce a litotipi di composizionebasica o ultrabasica, solitamente di colore verde, piuttosto “teneri” e facilmente lavorabili amano: si tratta tipicamente di cloritoscisti, talcoscisti e fels a talco ed olivina. Questi materiali, noti sin dall’antichità, vengono utilizzati per la produzione di “olle “ (recipienti per la cottura degli alimenti), piode per bistecche, lastre per caminetti e numerosi manufatti artistici, in virtù della loro facile lavorabilità e della loro ottima resistenza al calore. Lacomposizione mineralogica di questi litotipi è piuttosto ampia, basata su talco, olivina, clorite e serpentino; alcuni di questi litotipi possono inoltre contenere carbonati ed anfiboli. Per meglio conoscere la composizione mineralogica e l’eventuale presenza di anfiboli fibrosi, sono stati investigati una decina di campioni di Pietra Ollare, di provenienza italiana ed estera. Le tecniche analitiche utilizzate sono la microscopia ottica in lucetrasmessa (MO), la diffrattometria a raggi X su polveri (XRPD) e la microscopia elettronica a scansione (SEM) associata alla microanalisi in dispersione di energia (EDS). Le analisi hanno evidenziato un’ampia variabilità nella composizione mineralogica e nelle microstrutture (fig. 1): la Pietra Ollare può derivare da fels a talco ed olivina, cloritoscisti, scisti a talco – olivina - anfibolo, fels a talco – carbonati – anfibolo (soapstone), metaperidotiti. Per quanto riguarda gli anfiboli, in alcuni litotipi sono state riscontrate notevoli quantità di tremolite – actinolite ed antofillite. Fig. 1: immagini al microscopio polarizzante (nicol incrociati) relative ad un fels a talco – carbonati –anfibolo (a sinistra) ed uno scisto a talco – olivina – anfibolo (a destra). Tuttavia, le indagini in microscopia ottica ed elettronica, che hanno permesso di appurare conprecisione le dimensioni, il rapporto lunghezza/diametro e l’abito dei cristalli, hannoevidenziato che si tratta di anfiboli prismatici e/o aciculari, quindi non asbestiformi. I
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campioni di Pietra Ollare analizzati risultano dunque “sicuri”, anche se esiste la possibilità di trovare anfiboli con abito asbestiforme in seguito a lavorazioni meccaniche dei materiali (tornio, molatura, levigatura), con conseguente rottura, frammentazione e comminuzione dei cristalli di anfibolo. Le indagini al SEM-EDS su polveri derivanti da lavorazione al tornio diuno scisto a talco – olivina – anfibolo hanno infatti evidenziato cristalli di anfibolo (actinolite), occasionalmente con abito asbestiforme (fig. 2). Nel caso si riscontrino anfiboli nella roccia, è quindi necessario prestare particolare attenzione durante le lavorazioni meccaniche, in particolare quelle di finitura a secco. Questo studio mostra quindi l’importanzadelle indagini petrografiche per la caratterizzazione dei materiali lapidei, in particolare lamicroscopia ottica ed elettronica, che, oltre ad identificare le fasi mineralogiche e le microstrutture, permettono di definire con precisione le dimensioni e l’abito cristallino, fondamentali per distinguere gli anfiboli fibrosi dai ben più comuni anfiboli prismatici ed aciculari. Fig. 2: immagine al SEM in elettroni retrodiffusi (BSE), 1220 ingrandimenti. In evidenza alcuni cristalli di actinolite. I frammenti tabulari di maggiori dimensioni sono principalmente di talco. "
qualcuno sa darmi ulteriori informazioni??
la pietra ollare è il serpentino della valmalenco (SO)
ho trovato questo linK:
http://209.85.135.104/search?q=cache:v7EJOe5r5LQJ:tetide.geo.uniroma1.it/dst/grafica_nuova/bacheca/Minerali_fibrosi/Presentazioni%2520Convegno%2520Roma/Pdf%2520Sessione%2520poster/Cavallo.pdf+composizione+pietra+ollare&hl=it&ct=clnk&cd=3&gl=it
di cui riporto parte del testo
"Nel vasto mercato delle pietre ornamentali, dominato da “marmi”, “pietre” e “graniti” (intesi in senso commerciale), esiste un materiale di nicchia, sia per le caratteristiche tecniche, siaper le lavorazioni: la Pietra Ollare. Questo termine si riferisce a litotipi di composizionebasica o ultrabasica, solitamente di colore verde, piuttosto “teneri” e facilmente lavorabili amano: si tratta tipicamente di cloritoscisti, talcoscisti e fels a talco ed olivina. Questi materiali, noti sin dall’antichità, vengono utilizzati per la produzione di “olle “ (recipienti per la cottura degli alimenti), piode per bistecche, lastre per caminetti e numerosi manufatti artistici, in virtù della loro facile lavorabilità e della loro ottima resistenza al calore. Lacomposizione mineralogica di questi litotipi è piuttosto ampia, basata su talco, olivina, clorite e serpentino; alcuni di questi litotipi possono inoltre contenere carbonati ed anfiboli. Per meglio conoscere la composizione mineralogica e l’eventuale presenza di anfiboli fibrosi, sono stati investigati una decina di campioni di Pietra Ollare, di provenienza italiana ed estera. Le tecniche analitiche utilizzate sono la microscopia ottica in lucetrasmessa (MO), la diffrattometria a raggi X su polveri (XRPD) e la microscopia elettronica a scansione (SEM) associata alla microanalisi in dispersione di energia (EDS). Le analisi hanno evidenziato un’ampia variabilità nella composizione mineralogica e nelle microstrutture (fig. 1): la Pietra Ollare può derivare da fels a talco ed olivina, cloritoscisti, scisti a talco – olivina - anfibolo, fels a talco – carbonati – anfibolo (soapstone), metaperidotiti. Per quanto riguarda gli anfiboli, in alcuni litotipi sono state riscontrate notevoli quantità di tremolite – actinolite ed antofillite. Fig. 1: immagini al microscopio polarizzante (nicol incrociati) relative ad un fels a talco – carbonati –anfibolo (a sinistra) ed uno scisto a talco – olivina – anfibolo (a destra). Tuttavia, le indagini in microscopia ottica ed elettronica, che hanno permesso di appurare conprecisione le dimensioni, il rapporto lunghezza/diametro e l’abito dei cristalli, hannoevidenziato che si tratta di anfiboli prismatici e/o aciculari, quindi non asbestiformi. I
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campioni di Pietra Ollare analizzati risultano dunque “sicuri”, anche se esiste la possibilità di trovare anfiboli con abito asbestiforme in seguito a lavorazioni meccaniche dei materiali (tornio, molatura, levigatura), con conseguente rottura, frammentazione e comminuzione dei cristalli di anfibolo. Le indagini al SEM-EDS su polveri derivanti da lavorazione al tornio diuno scisto a talco – olivina – anfibolo hanno infatti evidenziato cristalli di anfibolo (actinolite), occasionalmente con abito asbestiforme (fig. 2). Nel caso si riscontrino anfiboli nella roccia, è quindi necessario prestare particolare attenzione durante le lavorazioni meccaniche, in particolare quelle di finitura a secco. Questo studio mostra quindi l’importanzadelle indagini petrografiche per la caratterizzazione dei materiali lapidei, in particolare lamicroscopia ottica ed elettronica, che, oltre ad identificare le fasi mineralogiche e le microstrutture, permettono di definire con precisione le dimensioni e l’abito cristallino, fondamentali per distinguere gli anfiboli fibrosi dai ben più comuni anfiboli prismatici ed aciculari. Fig. 2: immagine al SEM in elettroni retrodiffusi (BSE), 1220 ingrandimenti. In evidenza alcuni cristalli di actinolite. I frammenti tabulari di maggiori dimensioni sono principalmente di talco. "