Kaiser
08-04-2007, 11:31
LA COSTRUZIONE DI UNO STAGNO PER ANFIBI
Se abbiamo deciso di realizzare uno stagno per l’allevamento di questi piccoli, affascinanti animali dobbiamo innanzitutto tener presente che introducendo della fauna ittica in questo corpo idrico saranno notevolmente inferiori le specie che vi potremmo riprodurre all’interno.
Altrettanto per quanto riguarda tartarughe e altre specie di animali alloctone, ovvero quegli animali che non fanno parte degli ecosistemi italiani.
Che poi una totale assenza di pesci implichi la formazione di grandi colonie di zanzare è più che mai una falsa diceria, che anzi col tempo ha favorito il degrado e spesso l’estinzione locale di molte specie!
Ma torniamo allo stagno: Questo non deve necessariamente essere molto grande, può bastare una conca interrata nel giardino di 70#80 cm di diametro e 80 di profondità se basterà a evitarne il prosciugamento d’estate, quando siamo in vacanza, e il totale congelamento al 100% durante
l’inverno, quando ancora qualche girino potrebbe non aver compiuto la metamorfosi per aver mangiato meno degli altri durante il periodo caldo. Ovviamente più acqua ci sarà e più significativa per la protezione di questi animaletti la nostra opera! Anche se chiaramente è meglio poco che niente…
Il posto ideale, in quanto a praticità, per allestirlo, consiste in un luogo dove non batta il sole tutto il giorno e che sia distante quanto basta dalla vegetazione a caducifoglie; questo rispettivamente per evitare un eccessivo aumento di temperatura dell’acqua e facilitarne notevolmente la pulizia, che comunque in caso di un buon posizionamento e di un ricambio stagionale di acqua piovana, potremmo quasi del tutto evitare.
Possiamo realizzare il nostro laghetto innanzitutto scavando la buca delle dimensioni desiderate per poi applicarvi uno strato di rena o piccoli ciottoli, di circa 5-8 cm, e stendere un telo in PVC fissandolo bene alle conformazioni del terreno scavato e riempiendolo gradualmente d’acqua prima di fissare il telo ai bordi affinché questo possa aderire al meglio con la pressione che l’acqua pian piano va esercitando. In alternativa si può usare il cemento applicando in principio, con la rena, anche una rete metallica; anche quest’ultima deve essere aderente il più possibile perché il complesso sia stabile. E’ sempre meglio però consultare un vivaista o un muratore per la realizzazione se siamo alle prime armi! Inoltre esistono anche laghetti prefabbricati in vetro – resina e pietra ricomposta…
Ad una zona profonda deve poi aggiungersene una di acqua bassa dove gli anfibi staranno molto volentieri a sostare, soprattutto per quanto riguarda le rane e i rospi, che spesso muoiono durante l’accoppiamento in posti dove l’acqua profonda è a strapiombo.
Infine c’è da far presente che un altro fattore limitante per gli anfibi è la corrente dell’acqua, quindi se vogliamo delle fontanelle sarà meglio avere una grande vasca a disposizione.
Per quanto riguarda la flora ci potremmo veramente sbizzarrire con piante galleggianti, riparie e di fondo, ninfèe, canneti ecc… Anche per questo sarà meglio rivolgersi ad un vivaista esperto.
Teniamo conto che alcune specie di piante sono invasive e vanno parzialmente estirpate ogni anno. Una volta realizzato un piccolo biotipo artificiale di tal genere non tarderanno a comparire i primi anfibi, in primavera, se abitiamo in un posto di campagna o montagna.
Se il nostro giardino in città è sufficientemente isolato dal traffico porteremo invece delle uova di anfibi facendo una passeggiata lungo una palude o un torrente. Si possono raccogliere uova, girini o individui neo-metamorfosati, ma mai esemplari adulti che, abituati ad un altro posto di nascita, scombussoleranno il loro bioritmo morendo o disperdendosi nell’ambiente alla ricerca vana del loro luogo di cattura, e quasi sicuramente non procreeranno mai più.
In un bello stagno equilibrato possiamo riprodurre facilmente i nostri tritoni (crestato e punteggiato, anche il tritone alpestre se non stiamo troppo in pianura) che spesso coabitano tutti e tre riproducendosi con successo anche nutrendosi della propria prole e di quella degli altri anfibi. Il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) è il più piccolo e quindi, in presenza delle altre due specie è predato attivamente a tutti gli stadi di crescita, e anche a quello adulto dal tritone crestato (Triturus carnifex). Quest’ultimo è il più grande e il più apprezzato esteticamente dei nostri tritoni e, a quanto attualmente si dice, anche il più raro dei tre. Il tritone alpestre (Mesotriton alpestris) vive a quote più alte ed è il più acquatico dei tre. Anch’esso apprezzato per la sua vistosità, riesce a riprodursi anche in un giardino di città se vi portiamo delle uova nei posti giusti; ma , mentre gli altri due tritoni abbandonano i corpi idrici dopo l’accoppiamento lasciando sviluppare le larve senza pericolo, L. alpestris perdura, come già detto, la sua vita acquatica, nutrendosi, oltre che delle proprie larve, anche di quelle del carnifex e del vulgaris durante l’intero ciclo della loro crescita, limitandone il numero in modo notevole. Quindi per quanto riguarda le vostre scelte le opzioni sono:
- solo punteggiati in un gran numero di individui.
- Cospicuo numero di punteggiati e gran numero di crestati.
- Abbondanza di alpestri con un non trascurabile numero di crestati e i pochi punteggiati che raggiungono la maturità sessuale senza essere divorati.
Il tutto dipende anche dalle dimensioni del corpo idrico, per il quale, se troppo piccolo, consiglio di allevare solo punteggiati.
Ricordiamo che più tritoni ci sono nel laghetto e meno si vedrà l’ombra di una zanzara, Poiché le loro larve sono per i tritoni un piatto prelibato!
Adesso possiamo parlare degli Anuri, ovvero le rane, i rospi e le raganelle.
Il rospo comune (Bufo bufo), depone lunghi cordoni contenenti migliaia di uova in acqua in inverno e primavera. Questo anfibio ha una tana fissa e un percorso di caccia ben stabilito dove si ciba attivamente di una moltitudine di insetti e molluschi dannosi per il giardinaggio come le grosse lumache. Per questo è definito “l’amico del giardiniere”.
Tollera la corrente e i pesci, ma ha scarse qualità riproduttive in presenza dei tritoni crestato ed alpestre che mangiano un esorbitante numero delle sue uova e girini.
Il rospo smeraldino (Bufo viridis) è più piccolo ed agile, ma con le stesse abitudini di vita del primo, a differenza del fatto che ama riprodursi in pozze temporanee, più o meno estese, di acqua piovana recentemente formatasi e molto instabili. Per questo motivo è meno facile da trovare e da riprodurre in un giardino.
Tra le rane, la rana agile (Rana dalmatina), e le rane verdi (Rana Ridibunda; Rana klepton Esculenta), si dimostrano estremamente adattabili e ad alto successo riproduttivo. Anche in ambienti dove sono presenti molte specie di anfibi o anche pesci e bassa corrente.
La prima fa vita terricola per poi riprodursi in acqua in gennaio-febbraio, mentre le rane verdi sono strettamente acquatiche.
La rana rossa (Rana temporaria), è una grossa rana parente stretta della dalmatina ma riproducibile solo in montagna, portando delle uova, e senza pesci.
Infine la simpatica raganella (Hyla intermedia), in grado di riprodursi con successo anche in presenza di tritoni anche se in modo più ridotto, ama i canneti e mangia moltissime zanzare soprattutto in fase giovanile. Al di fuori del periodo riproduttivo ( da Marzo a Giugno) vive sugli alberi e si arrampica agilmente sulla vegetazione grazie a dischi adesivi sotto le dita.
Gli anfibi fanno parte di un mondo invisibile ad un occhio non attento, è importante che vi siano nuovi siti riproduttivi perché le minacce a cui sono sottoposti sono innumerevoli e richiederebbero una enciclopedia per descriverle tutte…
Facendo uno stagno non solo scoprirete questo mondo e tutto il fascino che racchiude, ma contribuirete, anche con meno di quanto vi aspettate, e in modo significativo, alla sopravvivenza di questi splendidi animali.
Testo del mio amico Bernardo.
Se abbiamo deciso di realizzare uno stagno per l’allevamento di questi piccoli, affascinanti animali dobbiamo innanzitutto tener presente che introducendo della fauna ittica in questo corpo idrico saranno notevolmente inferiori le specie che vi potremmo riprodurre all’interno.
Altrettanto per quanto riguarda tartarughe e altre specie di animali alloctone, ovvero quegli animali che non fanno parte degli ecosistemi italiani.
Che poi una totale assenza di pesci implichi la formazione di grandi colonie di zanzare è più che mai una falsa diceria, che anzi col tempo ha favorito il degrado e spesso l’estinzione locale di molte specie!
Ma torniamo allo stagno: Questo non deve necessariamente essere molto grande, può bastare una conca interrata nel giardino di 70#80 cm di diametro e 80 di profondità se basterà a evitarne il prosciugamento d’estate, quando siamo in vacanza, e il totale congelamento al 100% durante
l’inverno, quando ancora qualche girino potrebbe non aver compiuto la metamorfosi per aver mangiato meno degli altri durante il periodo caldo. Ovviamente più acqua ci sarà e più significativa per la protezione di questi animaletti la nostra opera! Anche se chiaramente è meglio poco che niente…
Il posto ideale, in quanto a praticità, per allestirlo, consiste in un luogo dove non batta il sole tutto il giorno e che sia distante quanto basta dalla vegetazione a caducifoglie; questo rispettivamente per evitare un eccessivo aumento di temperatura dell’acqua e facilitarne notevolmente la pulizia, che comunque in caso di un buon posizionamento e di un ricambio stagionale di acqua piovana, potremmo quasi del tutto evitare.
Possiamo realizzare il nostro laghetto innanzitutto scavando la buca delle dimensioni desiderate per poi applicarvi uno strato di rena o piccoli ciottoli, di circa 5-8 cm, e stendere un telo in PVC fissandolo bene alle conformazioni del terreno scavato e riempiendolo gradualmente d’acqua prima di fissare il telo ai bordi affinché questo possa aderire al meglio con la pressione che l’acqua pian piano va esercitando. In alternativa si può usare il cemento applicando in principio, con la rena, anche una rete metallica; anche quest’ultima deve essere aderente il più possibile perché il complesso sia stabile. E’ sempre meglio però consultare un vivaista o un muratore per la realizzazione se siamo alle prime armi! Inoltre esistono anche laghetti prefabbricati in vetro – resina e pietra ricomposta…
Ad una zona profonda deve poi aggiungersene una di acqua bassa dove gli anfibi staranno molto volentieri a sostare, soprattutto per quanto riguarda le rane e i rospi, che spesso muoiono durante l’accoppiamento in posti dove l’acqua profonda è a strapiombo.
Infine c’è da far presente che un altro fattore limitante per gli anfibi è la corrente dell’acqua, quindi se vogliamo delle fontanelle sarà meglio avere una grande vasca a disposizione.
Per quanto riguarda la flora ci potremmo veramente sbizzarrire con piante galleggianti, riparie e di fondo, ninfèe, canneti ecc… Anche per questo sarà meglio rivolgersi ad un vivaista esperto.
Teniamo conto che alcune specie di piante sono invasive e vanno parzialmente estirpate ogni anno. Una volta realizzato un piccolo biotipo artificiale di tal genere non tarderanno a comparire i primi anfibi, in primavera, se abitiamo in un posto di campagna o montagna.
Se il nostro giardino in città è sufficientemente isolato dal traffico porteremo invece delle uova di anfibi facendo una passeggiata lungo una palude o un torrente. Si possono raccogliere uova, girini o individui neo-metamorfosati, ma mai esemplari adulti che, abituati ad un altro posto di nascita, scombussoleranno il loro bioritmo morendo o disperdendosi nell’ambiente alla ricerca vana del loro luogo di cattura, e quasi sicuramente non procreeranno mai più.
In un bello stagno equilibrato possiamo riprodurre facilmente i nostri tritoni (crestato e punteggiato, anche il tritone alpestre se non stiamo troppo in pianura) che spesso coabitano tutti e tre riproducendosi con successo anche nutrendosi della propria prole e di quella degli altri anfibi. Il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) è il più piccolo e quindi, in presenza delle altre due specie è predato attivamente a tutti gli stadi di crescita, e anche a quello adulto dal tritone crestato (Triturus carnifex). Quest’ultimo è il più grande e il più apprezzato esteticamente dei nostri tritoni e, a quanto attualmente si dice, anche il più raro dei tre. Il tritone alpestre (Mesotriton alpestris) vive a quote più alte ed è il più acquatico dei tre. Anch’esso apprezzato per la sua vistosità, riesce a riprodursi anche in un giardino di città se vi portiamo delle uova nei posti giusti; ma , mentre gli altri due tritoni abbandonano i corpi idrici dopo l’accoppiamento lasciando sviluppare le larve senza pericolo, L. alpestris perdura, come già detto, la sua vita acquatica, nutrendosi, oltre che delle proprie larve, anche di quelle del carnifex e del vulgaris durante l’intero ciclo della loro crescita, limitandone il numero in modo notevole. Quindi per quanto riguarda le vostre scelte le opzioni sono:
- solo punteggiati in un gran numero di individui.
- Cospicuo numero di punteggiati e gran numero di crestati.
- Abbondanza di alpestri con un non trascurabile numero di crestati e i pochi punteggiati che raggiungono la maturità sessuale senza essere divorati.
Il tutto dipende anche dalle dimensioni del corpo idrico, per il quale, se troppo piccolo, consiglio di allevare solo punteggiati.
Ricordiamo che più tritoni ci sono nel laghetto e meno si vedrà l’ombra di una zanzara, Poiché le loro larve sono per i tritoni un piatto prelibato!
Adesso possiamo parlare degli Anuri, ovvero le rane, i rospi e le raganelle.
Il rospo comune (Bufo bufo), depone lunghi cordoni contenenti migliaia di uova in acqua in inverno e primavera. Questo anfibio ha una tana fissa e un percorso di caccia ben stabilito dove si ciba attivamente di una moltitudine di insetti e molluschi dannosi per il giardinaggio come le grosse lumache. Per questo è definito “l’amico del giardiniere”.
Tollera la corrente e i pesci, ma ha scarse qualità riproduttive in presenza dei tritoni crestato ed alpestre che mangiano un esorbitante numero delle sue uova e girini.
Il rospo smeraldino (Bufo viridis) è più piccolo ed agile, ma con le stesse abitudini di vita del primo, a differenza del fatto che ama riprodursi in pozze temporanee, più o meno estese, di acqua piovana recentemente formatasi e molto instabili. Per questo motivo è meno facile da trovare e da riprodurre in un giardino.
Tra le rane, la rana agile (Rana dalmatina), e le rane verdi (Rana Ridibunda; Rana klepton Esculenta), si dimostrano estremamente adattabili e ad alto successo riproduttivo. Anche in ambienti dove sono presenti molte specie di anfibi o anche pesci e bassa corrente.
La prima fa vita terricola per poi riprodursi in acqua in gennaio-febbraio, mentre le rane verdi sono strettamente acquatiche.
La rana rossa (Rana temporaria), è una grossa rana parente stretta della dalmatina ma riproducibile solo in montagna, portando delle uova, e senza pesci.
Infine la simpatica raganella (Hyla intermedia), in grado di riprodursi con successo anche in presenza di tritoni anche se in modo più ridotto, ama i canneti e mangia moltissime zanzare soprattutto in fase giovanile. Al di fuori del periodo riproduttivo ( da Marzo a Giugno) vive sugli alberi e si arrampica agilmente sulla vegetazione grazie a dischi adesivi sotto le dita.
Gli anfibi fanno parte di un mondo invisibile ad un occhio non attento, è importante che vi siano nuovi siti riproduttivi perché le minacce a cui sono sottoposti sono innumerevoli e richiederebbero una enciclopedia per descriverle tutte…
Facendo uno stagno non solo scoprirete questo mondo e tutto il fascino che racchiude, ma contribuirete, anche con meno di quanto vi aspettate, e in modo significativo, alla sopravvivenza di questi splendidi animali.
Testo del mio amico Bernardo.