Entropy
19-10-2010, 10:43
Il genere Chalinochromis, esclusivo del Lago Tanganica, venne scoperto (da Brichard) sulle coste del Burundi e catalogato (da Poll) nel 1974. Le specie appartenenti a questo genere sono attualmente due: C. brichardi e C. popelini. A queste si aggiungono Chalinochromis sp. “bifrenatus”, che sembra essere una varietà o sottospecie di C. popelini, e Chalinochromis sp. “Ndobhoi”, un taxa ancora da classificare. In realtà, una recente revisione (Day et al. 2007) a livello molecolare (DNA mitocondriale per la precisione) di tutta la tribù dei Lamprologini, ha evidenziato un’estrema vicinanza tassonomica tra il genere Chalinochromis e due specie di Julidochromis (J. transcriptus e J. Ornatus, mentre J. marlieri e J. regani sono più vicini al genere Telmatochromis, ndr), tanto da far pensare ad una riassegnazione del genere Chalinochromis nel genere Julidochromis.
Ora, abbandonando per un attimo le questioni tassonomiche, Chalinochromis brichardi si rinviene lungo le coste Nord-Est (Burundi) e Sud-Ovest (Zambia) del lago Tanganica. La lunghezza massima che possono raggiungere si attesta tra i 12 ed i 15 cm. Presentano una livrea di fondo color crema-beige, con le pinne di un giallo molto trasparente (soprattutto la caudale). La pinna dorsale è però orlata superiormente di un accesso azzurro elettrico, di un giallo oro e di un nero appena accennato, mentre le pinne ventrali sono velate da un bell’ azzurro iridescente. Caratteristica morfologica peculiare è poi una “mascherina” (tipo briglia) sul muso, formata da tre bande nere: una sopra la bocca, una sopra gli occhi ed una sulla fronte, tutte convergenti all’altezza dell’opercolo branchiale.
La specie abita litorali bassi e rocciosi, tra 2 e 10 metri di profondità, dove va a caccia principalmente di microfauna bentonica, arricchita da alghe occasionali e da spugne. Quest’ultime, soprattutto, sembrano rientrare nel quotidiano regime alimentare dei Chalinochromis, ed infatti le possenti labbra che questo genere mostra come carattere distintivo, li aiuta non poco nel delicato compito di estirparle dalle rocce e li differenzia sostanzialmente a livello morfologico dal genere Julidochromis.
Nel mio acquario ho inserito (circa un mesetto fa) quattro giovani esemplari, visto anche che il dimorfismo sessuale è quasi inesistente: solitamente il maschio rimane più grande e, solo negli esemplari maschi più vecchi, si può rilevare una discreta gibbosità della testa ed una maggiore lunghezza delle pinne.
La vasca che li ospita è quella utilizzata in precedenza per i Paracyprichromis nigripinnis e per i Neolamprologus caudopunctatus, modificata per l’occasione con il riallestimento delle rocce (togliendo le lastre verticali), l’aggiunta di qualche Anubias barteri (provenienti da altre mie vasche), di qualche legno e del ritorno della Vallisneria (con i caudopunctatus era impossibile tenerla…. radicata). Nella scelta del lay-out, ho voluto creare due distinti territori, separandoli visivamente con la Vallisneria. L’illuminazione è affidata ad un solo neon da 25W (LifeGlo), mentre per il filtraggio c’è un filtro esterno della Eheim (2032) più una pompa di movimento all’angolo opposto.
Una volta acclimatati, i quattro esemplari si sono ben ambientati. Un esemplare (probabilmente il maschio alfa) ha preso possesso della rocciata di destra, lasciando i rimanenti tre esemplari nella rocciata di sinistra, dove convivono senza problemi. Ogni tanto tutti e quattro si incontrano al centro della vasca e si “confrontano”. Ma ancora non è ben chiaro la sessualità di ognuno e le gerarchie instauratesi.
Riguardo l’alimentazione, accettano senza problemi ogni sorta di cibo. Io li alimento con un granulato della SHG, complementato con surgelato (artemia e larve di zanzara) e vivo (naupli d’artemia).
Ma ora, qualche foto di presentazione della vasca e dei pesci………
http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=64&pictureid=3787
http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=637&pictureid=3796
http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=637&pictureid=3795
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http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=637&pictureid=3789
http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=637&pictureid=3788
Ora, abbandonando per un attimo le questioni tassonomiche, Chalinochromis brichardi si rinviene lungo le coste Nord-Est (Burundi) e Sud-Ovest (Zambia) del lago Tanganica. La lunghezza massima che possono raggiungere si attesta tra i 12 ed i 15 cm. Presentano una livrea di fondo color crema-beige, con le pinne di un giallo molto trasparente (soprattutto la caudale). La pinna dorsale è però orlata superiormente di un accesso azzurro elettrico, di un giallo oro e di un nero appena accennato, mentre le pinne ventrali sono velate da un bell’ azzurro iridescente. Caratteristica morfologica peculiare è poi una “mascherina” (tipo briglia) sul muso, formata da tre bande nere: una sopra la bocca, una sopra gli occhi ed una sulla fronte, tutte convergenti all’altezza dell’opercolo branchiale.
La specie abita litorali bassi e rocciosi, tra 2 e 10 metri di profondità, dove va a caccia principalmente di microfauna bentonica, arricchita da alghe occasionali e da spugne. Quest’ultime, soprattutto, sembrano rientrare nel quotidiano regime alimentare dei Chalinochromis, ed infatti le possenti labbra che questo genere mostra come carattere distintivo, li aiuta non poco nel delicato compito di estirparle dalle rocce e li differenzia sostanzialmente a livello morfologico dal genere Julidochromis.
Nel mio acquario ho inserito (circa un mesetto fa) quattro giovani esemplari, visto anche che il dimorfismo sessuale è quasi inesistente: solitamente il maschio rimane più grande e, solo negli esemplari maschi più vecchi, si può rilevare una discreta gibbosità della testa ed una maggiore lunghezza delle pinne.
La vasca che li ospita è quella utilizzata in precedenza per i Paracyprichromis nigripinnis e per i Neolamprologus caudopunctatus, modificata per l’occasione con il riallestimento delle rocce (togliendo le lastre verticali), l’aggiunta di qualche Anubias barteri (provenienti da altre mie vasche), di qualche legno e del ritorno della Vallisneria (con i caudopunctatus era impossibile tenerla…. radicata). Nella scelta del lay-out, ho voluto creare due distinti territori, separandoli visivamente con la Vallisneria. L’illuminazione è affidata ad un solo neon da 25W (LifeGlo), mentre per il filtraggio c’è un filtro esterno della Eheim (2032) più una pompa di movimento all’angolo opposto.
Una volta acclimatati, i quattro esemplari si sono ben ambientati. Un esemplare (probabilmente il maschio alfa) ha preso possesso della rocciata di destra, lasciando i rimanenti tre esemplari nella rocciata di sinistra, dove convivono senza problemi. Ogni tanto tutti e quattro si incontrano al centro della vasca e si “confrontano”. Ma ancora non è ben chiaro la sessualità di ognuno e le gerarchie instauratesi.
Riguardo l’alimentazione, accettano senza problemi ogni sorta di cibo. Io li alimento con un granulato della SHG, complementato con surgelato (artemia e larve di zanzara) e vivo (naupli d’artemia).
Ma ora, qualche foto di presentazione della vasca e dei pesci………
http://www.acquariofilia.biz/picture.php?albumid=64&pictureid=3787
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